Regolarizzazione dei lavoratori nel settore agricolo. L’Organizzazione Interprofessionale del Pomodoro da Industria del Bacino del Centro Sud Italia a sostegno della proposta di regolarizzare per contrastare il caporalato nella filiera del pomodoro.

Il Codice Etico a cui hanno aderito tutte le aziende del settore agricolo e quelle di trasformazione, promuove una filiera del pomodoro virtuosa, che ha bisogno di reclutare mano d’opera regolare per l’imminente stagione.

L’OI del Pomodoro da Industria del Bacino del Centro Sud Italia ha scritto alla Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova per manifestare il pieno appoggio alla sua presa di posizione in merito alla regolarizzazione dei lavoratori di origine straniera che non hanno permessi di soggiorno regolare per permanere nel nostro Paese, e che rappresentano una risorsa fondamentale per il settore agricolo.

L’OI che rappresenta 18 Organizzazioni di Produzione Agricole e 51 Aziende di trasformazione, che nel complesso producono più del 50% della produzione nazionale[1], ha preso un impegno dotandosi di un Codice Etico per la Sostenibilità Sociale e Ambientale dove il primo principio che viene identificato come qualificante è la legalità nei rapporti di lavoro.

“Per la nuova stagione il settore agricolo avrà bisogno di migliaia di lavoratori, 25.000 lavoratori stagionali solo per il comparto del pomodoro, ed è fondamentale che siano tutte persone regolari. Le preoccupazioni in relazione al nesso causa-effetto tra assenza di regolarizzazione dei lavoratori e crescita del caporalato, che come filiera ci siamo impegnati a contrastare in maniera ferma, è evidente, e trova in un’iniziativa di regolarizzazione dei lavoratori un elemento risolutivo di sistema” dichiara Guglielmo Vaccaro Presidente dell’OI del Pomodoro da Industria del Bacino del Centro Sud Italia. “E’ urgente che si proceda in questa direzione perché la stagione si avvicina ed è già caratterizzata da elementi di incertezza per il contesto sanitario nel quale ci troveremo ad operare, per cui deve poter essere una certezza per le nostre aziende contare su lavoro regolare, contrastando così il caporalato”.

[1] L’Italia, con una produzione, nel 2019, di 4,8 milioni di tonnellate di pomodoro trasformato, è il secondo trasformatore mondiale dopo gli USA, rappresenta il 13% della produzione mondiale e circa il 50% del trasformato europeo.